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Al cor gentil rempaira sempre amore come l’ausello in selva a la verdura; né fe’ amor anti che gentil core, né gentil core anti ch’amor, natura: ch’adesso con’ fu ’l sole, sì tosto lo splendore fu lucente, né fu davanti ’l sole; e prende amore in gentilezza loco così propïamente
Al cor gentil rempaira sempre amore
Guido Guinizzelli
https://it.wikisource.org/wiki/Al_cor_gentil_rempaira_sempre_amore
Al_cor_gentil_rempaira_sempre_amore
Io vogliọ del ver la mia donna laudare ed asembrarli la rosa e lo giglio: più che stella dïana splende e pare, e ciò ch’è lassù bello a lei somiglio. Verde river’ a lei rasembro e l’âre, tutti color di fior’, giano e vermiglio, oro ed azzurro e ricche gioi per dare: medesmo Amor per lei rafina meglio. Passa per via adorna, e sì gentile ch’abassa orgoglio a cui dona salute,
Io voglio del ver la mia donna laudare
Guido Guinizzelli
https://it.wikisource.org/wiki/Io_voglio_del_ver_la_mia_donna_laudare
Io_voglio_del_ver_la_mia_donna_laudare
E ciò che luce ed è bello a vedere; Risplende più che sol vostra figura, Chi vo’ non vede ma’ non può valere. In questo mondo non ha creatura Sì piena di bieltà, nè di piacere: E chi d’amor si teme, l’assicura
Avete in voi li fiori e la verdura
Guido Cavalcanti
https://it.wikisource.org/wiki/Avete_in_voi_li_fiori_e_la_verdura
Avete_in_voi_li_fiori_e_la_verdura
Piacente primavera, Per prato e per riviera Gaiamente cantando, Vostro fin pregio mando — a la verdura. Lo vostro pregio fino In gio’ si rinovelli Da grandi e da zitelli Per ciascuno cammino:
Fresca rosa novella
Guido Cavalcanti
https://it.wikisource.org/wiki/Fresca_rosa_novella
Fresca_rosa_novella
M’ha disfatto nel core Ogni dolce pensier, ch’i avea d’Amore. Disfatto m’ha gia tanto de la vita, Che la gentil, piacevol donna mia Dall’anima distrutta s’è partita; Sì ch’io non veggio là, dov’ella sia: Non è rimasa in me tanta balía Ch’io de lo su’ valore
La forte e nova mia disaventura
Guido Cavalcanti
https://it.wikisource.org/wiki/La_forte_e_nova_mia_disaventura
La_forte_e_nova_mia_disaventura
Ballatetta, in Toscana, Va tu, leggera e piana, Dritt’ a la donna mia Che per sua cortesia Ti farà molto onore. Tu porterai novelle di sospiri, Piene di doglia e di molta paura; Ma guarda che persona non ti miri
Perch'i' non spero di tornar giammai
Guido Cavalcanti
https://it.wikisource.org/wiki/Perch%27i%27_non_spero_di_tornar_giammai
Perch%27i%27_non_spero_di_tornar_giammai
Bell’ e gentil, d’onestà leggiadra, Tanto è diritta e simigliante cosa, Ne’ suoi dolci occhi, de la donna mia, Ch’è fatta dentro al cor desiderosa L’anima in guisa, che da lui si svia E vanne a lei; ma tant’è paurosa,
Una giovane donna di Tolosa
Guido Cavalcanti
https://it.wikisource.org/wiki/Una_giovane_donna_di_Tolosa
Una_giovane_donna_di_Tolosa
Che fa piacer sua gaia giovanezza, Mostra che gentilezza, Amor, sia nata per virtù di quella. S’io fossi sufficiente Di raccontar sua maraviglia nuova, Diría come Natura l’ha adornata: Ma io non son possente Di savere allegar verace prova:
Questa rosa novella
Lapo Gianni
https://it.wikisource.org/wiki/Questa_rosa_novella
Questa_rosa_novella
Quest’Ognissanti prossimo passato, Ed una ne venia quasi primiera, Seco menando Amor dal destro lato. Dagli occhi suoi gettava una lumiera, La qual pareva un spirito infiammato: E i’ ebbi tanto ardir, che in la sua cera
Di donne io vidi una gentile schiera
Dante Alighieri
https://it.wikisource.org/wiki/Di_donne_io_vidi_una_gentile_schiera_(Lucas)
Di_donne_io_vidi_una_gentile_schiera_(Lucas)
Adorna assai di gentilezze umane, Ch’era dov’io chiamava spesso Morte, Veggendo gli occhi miei pien di pietate, Ed ascoltando le parole vane, Si mosse con paura a pianger forte; Ed altre donne, che si furo accorte Di me per quella che meco piangía, Fecer lei partir via,
Donna pietosa e di novella etate
Dante Alighieri
https://it.wikisource.org/wiki/Donna_pietosa_e_di_novella_etate_(Lucas)
Donna_pietosa_e_di_novella_etate_(Lucas)
Io vo’ con voi della mia donna dire; Non perch’io creda sue laude finire, Ma ragionar per isfogar la mente. Io dico che, pensando il suo valore, Amor sì dolce mi si fa sentire, Che, s’io allora non perdessi ardire, Farei parlando innamorar la gente. Ed io non vo’ parlar sì altamente,
Donne ch'avete intelletto d'amore
Dante Alighieri
https://it.wikisource.org/wiki/Donne_ch%27avete_intelletto_d%27amore_(Lucas)
Donne_ch%27avete_intelletto_d%27amore_(Lucas)
Della Donna gentil che l’altre onora, A voi verrà, se non è giunto ancora, Un che direte: ‘Questi è nostro frate.’ Io vi scongiuro che non lo ascoltiate Per quel signor che le donne innamora; Che nella sua sentenza non dimora
O dolci rime che parlando andate
Dante Alighieri
https://it.wikisource.org/wiki/O_dolci_rime_che_parlando_andate_(Lucas)
O_dolci_rime_che_parlando_andate_(Lucas)
La donna mia, quand’ella altrui saluta, Ch’ogni lingua divien tremando muta, E gli occhi non l’ardiscon di guardare. Ella sen va, sentendosi laudare, Benignamente d’umiltà vestuta; E par che sia una cosa venuta
Tanto gentile e tanto onesta pare
Dante Alighieri
https://it.wikisource.org/wiki/Tanto_gentile_e_tanto_onesta_pare_(Lucas)
Tanto_gentile_e_tanto_onesta_pare_(Lucas)
E seggionsi di fore; Chè dentro siede Amore, Lo quale è in signoria della mia vita, Tanto son belle, e di tanta virtute, Che ’l possente signore,
Tre donne intorno al cor mi son venute
Dante Alighieri
https://it.wikisource.org/wiki/Tre_donne_intorno_al_cor_mi_son_venute_(Lucas)
Tre_donne_intorno_al_cor_mi_son_venute_(Lucas)
O cor gentili, chè pietà il desia; Li quali sconsolati vanno via, E s’e’ non fosser, di dolor morrei. Perocchè gli occhi mi sarebbon rei Molte fiate più ch’io non vorria, Lasso! di pianger sì la donna mia,
Venite a intender li sospiri miei
Dante Alighieri
https://it.wikisource.org/wiki/Venite_a_intender_li_sospiri_miei_(Lucas)
Venite_a_intender_li_sospiri_miei_(Lucas)
era sí caldo de’ molti fiorini, che li uomin li parean topolini, e di ciascun si facea beff’e ciancia. possa venir a tutt’i mie’ vicini, quand’e’ son appo me sí picciolini,
Quando Ner Picciolin tornò di Francia
Cecco Angiolieri
https://it.wikisource.org/wiki/Quando_Ner_Picciolin_torn%C3%B2_di_Francia
Quando_Ner_Picciolin_torn%C3%B2_di_Francia
S’ i’ fosse vento, lo tempesterei; S’ i’ fosse acqua, io l’annegherei; S’ i’ fosse Dio, mandereil in profondo. S’ i’ fosse papa, sare’ allor iocondo, Chè tutt’ i cristïani imbrigherei; S’ i’ fosse emperator, sa’ che farei?
S’i’ fosse foco, arderei ’l mondo
Cecco Angiolieri
https://it.wikisource.org/wiki/S%27i%27_fosse_foco,_arderei_%27l_mondo_(Lucas)
S%27i%27_fosse_foco,_arderei_%27l_mondo_(Lucas)
Forse lo spron ti muove, Che discritte ti prove Di far difesa, e scudo * * * * * * * * * * Ma sei ’n tutto sicuro, Che tue difensïone * * * * * E fallati drittura. Una propia natura Ha dritta benvoglienza; Che riceve ’ncrescenza D’amare ogne fiata, E lunga dimorata. Nè paese lontano Di monte, nè di piano Non mette oscuritade In verace amistade. Dunqua pecca, e disvia
Il Favolello
Rustico Filippi
https://it.wikisource.org/wiki/Il_Favolello_(1817)
Il_Favolello_(1817)
Ben si credette far gran maraviglia, Ch’uccello e bestia ed uom ne soddisfece Chè a ciascheduna natura s’appiglia: Chè nel gozzo anitrocol contraffece, Nelle reni giraffa m’assomiglia, Ed uom sarìa, secondo che si dice,
Quando Dio messer Messerin fece
Rustico Filippi
https://it.wikisource.org/wiki/Quando_Dio_messer_Messerin_fece_(Lucas)
Quando_Dio_messer_Messerin_fece_(Lucas)
Armata forte d’una nuova guerra, A cui risiede sì la cervelliera Che del lignaggio par di Salinguerra. Se in fin lo mento avesse la gorgiera, Conquisterebbe il mar, non che la terra, E chi paventa e dotta sua visiera
Una bestiuola ho visto molto fera
Rustico Filippi
https://it.wikisource.org/wiki/Una_bestiuola_ho_visto_molto_fera_(Lucas)
Una_bestiuola_ho_visto_molto_fera_(Lucas)
E ’l Ciel tra noi, venga a mirar costei, Ch’è sola un sol, non pur agli occhi miei, Ma al mondo cieco, che vertù non cura; E venga tosto, perchè morte fura Prima i migliori, e lascia star i rei: Questa aspettata al regno degli Dei
Chi vuol veder quantunque può Natura
Francesco Petrarca
https://it.wikisource.org/wiki/Chi_vuol_veder_quantunque_pu%C3%B2_Natura_(Lucas)
Chi_vuol_veder_quantunque_pu%C3%B2_Natura_(Lucas)
Mi guida Amor; ch’ogni segnato calle Provo contrario a la tranquilla vita. Se ’n solitaria piaggia, rivo o fonte, Se ’n fra duo poggi siede ombrosa valle, Ivi s’acqueta l’alma sbigottita; E, com’Amor la ’nvita, Or ride or piange, or teme or s’assicura;
Di pensier in pensier, di monte in monte
Francesco Petrarca
https://it.wikisource.org/wiki/Di_pensier_in_pensier,_di_monte_in_monte_(Lucas)
Di_pensier_in_pensier,_di_monte_in_monte_(Lucas)
Che ’n mille dolci nodi gli avvolgea; E ’l vago lume oltra misura ardea Di quei begli occhi, ch’or ne son sì scarsi: E ’l viso di pietosi color farsi, Non so se vero o falso, mi parea: I’ che l’esca amorosa al petto avea,
Erano i capei d'oro a l'aura sparsi
Francesco Petrarca
https://it.wikisource.org/wiki/Erano_i_capei_d%27oro_a_l%27aura_sparsi_(Lucas)
Erano_i_capei_d%27oro_a_l%27aura_sparsi_(Lucas)
E le braccia e le mani e i piedi e ’l viso Che m’avean sì da me stesso diviso E fatto singolar dall’altra gente; Le crespe chiome d’or puro lucente E ’l lampeggiar dell’angelico riso Che solean far in terra un paradiso,
Gli occhi di ch'io parlai sì caldamente
Francesco Petrarca
https://it.wikisource.org/wiki/Gli_occhi_di_ch%27io_parlai_s%C3%AC_caldamente_(Lucas)
Gli_occhi_di_ch%27io_parlai_s%C3%AC_caldamente_(Lucas)
I quai posi in amar cosa mortale Senza levarmi a volo, avend’io l’ale Per dar forse di me non bassi esempi. Tu, che vedi i miei mali indegni ed empi, Re del cielo, invisibile, immortale, Soccorri all’alma disviata e frale,
I' vo piangendo i miei passati tempi
Francesco Petrarca
https://it.wikisource.org/wiki/I%27_vo_piangendo_i_miei_passati_tempi_(Lucas)
I%27_vo_piangendo_i_miei_passati_tempi_(Lucas)
Alle piaghe mortali Che nel bel corpo tuo sì spesse veggio, Piacemi almen che i miei sospir sien quali Spera ’l Tevero e l’Arno, E ’l Po dove doglioso e grave or seggio. Rettor del ciel, io cheggio Che la pietà che ti condusse in terra Ti volga al tuo diletto almo paese.
Italia mia, benchè 'l parlar sia indarno
Francesco Petrarca
https://it.wikisource.org/wiki/Italia_mia,_bench%C3%A8_%27l_parlar_sia_indarno_(Lucas)
Italia_mia,_bench%C3%A8_%27l_parlar_sia_indarno_(Lucas)
Che ’l mio caro tesoro in terra asconde; Ivi chiamate chi dal ciel risponde, Benchè ’l mortal sia in loco oscuro e basso. Ditele ch’i’ son già di viver lasso, Del navigar per queste orribili onde; Ma ricogliendo le sue sparte fronde,
Ite, rime dolenti, al duro sasso
Francesco Petrarca
https://it.wikisource.org/wiki/Ite,_rime_dolenti,_al_duro_sasso_(Lucas)
Ite,_rime_dolenti,_al_duro_sasso_(Lucas)
Dopo le notti vaneggiando spese Con quel fero desio ch’al cor s’accese Mirando gli atti per mio mal sì adorni; Piacciati omai, co ’l tuo lume, ch’io torni Ad altra vita et a più belle imprese; Sì ch’avendo le reti indarno tese
Padre del ciel, dopo i perduti giorni
Francesco Petrarca
https://it.wikisource.org/wiki/Padre_del_ciel,_dopo_i_perduti_giorni_(Lucas)
Padre_del_ciel,_dopo_i_perduti_giorni_(Lucas)
Quel giorno ch’i’ lasciai grave e pensosa Madonna e ’l mio cor seco! e non è cosa Che sì volentier pensi e sì sovente. I’ la riveggio starsi umilmente Tra belle donne, a guisa d’una rosa Tra minor fior; nè lieta nè dogliosa,
Qual paura ho quando mi torna a mente
Francesco Petrarca
https://it.wikisource.org/wiki/Qual_paura_ho_quando_mi_torna_a_mente_(Lucas)
Qual_paura_ho_quando_mi_torna_a_mente_(Lucas)
C’hanno, fuggendo, i miei pensieri sparsi, E spento ’l foco ov’agghiacciando i’ arsi, E finito ’l riposo pien d’affanni; Rotta la fè degli amorosi inganni, E sol due parti d’ogni mio ben farsi, L’una nel cielo e l’altra in terra starsi:
Quand'io mi volgo indietro a mirar gli anni
Francesco Petrarca
https://it.wikisource.org/wiki/Quand%27io_mi_volgo_indietro_a_mirar_gli_anni_(Lucas)
Quand%27io_mi_volgo_indietro_a_mirar_gli_anni_(Lucas)
Per dar riposo a la mia vita stanca, Ponsi del letto in su la sponda manca Con quel suo dolce ragionare accorto; Tutto di pietà e di paura smorto, Dico: ‘ Onde vien’ tu ora, o felice alma? ’ Un ramoscel di palma Et un di lauro trae del suo bel seno, E dice: ‘ Dal sereno
Quando il soave mio fido conforto
Francesco Petrarca
https://it.wikisource.org/wiki/Quando_il_soave_mio_fido_conforto_(Lucas)
Quando_il_soave_mio_fido_conforto_(Lucas)
Mover soavemente a l’aura estiva, O roco mormorar di lucid’onde S’ode d’una fiorita e fresca liva, Là ’v’io seggia d’amor pensoso, e scriva; Lei che ’l ciel ne mostrò, terra n’asconde, Veggio et odo et intendo, ch’ancor viva
Se lamentar augelli, o verdi fronde
Francesco Petrarca
https://it.wikisource.org/wiki/Se_lamentar_augelli,_o_verdi_fronde_(Lucas)
Se_lamentar_augelli,_o_verdi_fronde_(Lucas)
Con quella dolce angelica sua vista, Madonna: or mi spaventa e mi contrista Nè di duol nè di tema posso aitarme: Chè spesso nel suo volto veder parme Vera pietà con grave dolor mista, Ed udir cose onde ’l cor fede acquista
Solea lontana in sonno consolarme
Francesco Petrarca
https://it.wikisource.org/wiki/Solea_lontana_in_sonno_consolarme_(Lucas)
Solea_lontana_in_sonno_consolarme_(Lucas)
Dentro alle qua’ peregrinando alberga Un signor valoroso, accorto e saggio; Poi che se’ giunto all’onorata verga, Con la qual Roma e suo’ erranti correggi, E la richiami al suo antico viaggio; Io parlo a te, però ch’altrove un raggio Non veggio di virtù, ch’al mondo è spenta; Nè trovo chi di mal far si vergogni.
Spirto gentil, che quelle membra reggi
Francesco Petrarca
https://it.wikisource.org/wiki/Spirto_gentil,_che_quelle_membra_reggi_(Lucas)
Spirto_gentil,_che_quelle_membra_reggi_(Lucas)
Ch’è oggi nudo spirto e poca terra, E fu già di valor alta colonna, Tornava con onor dalla sua guerra Allegra, avendo vinto il gran nemico,
Trionfo della Morte
Francesco Petrarca
https://it.wikisource.org/wiki/Trionfo_della_Morte_(Lucas)
Trionfo_della_Morte_(Lucas)
Coronata di stelle, al sommo Sole Piacesti sì, che ’n te sua luce ascose; Amor mi spinge a dir di te parole, Ma non so ’ncominciar senza tu’ aita E di Colui ch’amando in te si pose.
Vergine bella, che di sol vestita
Francesco Petrarca
https://it.wikisource.org/wiki/Vergine_bella,_che_di_sol_vestita_(Lucas)
Vergine_bella,_che_di_sol_vestita_(Lucas)
D’intelligenza e d’arte, nel cui ingegno L’eleganza materna aggiunse al segno Che si tien gran miracol di natura. L’alta mia fantasia pronta e sicura Passò il tartareo e poi ’l celeste regno, E ’l nobil mio volume feci degno
Dante Alighieri son, Minerva oscura
Giovanni Boccaccio
https://it.wikisource.org/wiki/Dante_Alighieri_son,_Minerva_oscura
Dante_Alighieri_son,_Minerva_oscura
17 agosto 2017 25% Da definire Filocolo DI GIOVANNI BOCCACCIO CORRETTO SU I TESTI A PENNA TOM. I. Firenze PER IG. MOUTIER 1829.
Filocolo
Giovanni Boccaccio
https://it.wikisource.org/wiki/Filocolo_(Magheri,_1829)
Filocolo_(Magheri,_1829)
Io mi son giovinetta, e volentieri M’allegro e canto in la stagion novella, Merzè d’Amore e de’ dolci pensieri. Io vo pe’ verdi prati riguardando I bianchi fiori e’ gialli et i vermigli, Le rose in su le spine e i bianchi gigli; E tutti quanti gli vo somigliando Al viso di colui che me amando Ha presa e terrà sempre, come quella
Io mi son giovinetta, e volentieri
Giovanni Boccaccio
https://it.wikisource.org/wiki/Io_mi_son_giovinetta,_e_volentieri_(IEI)
Io_mi_son_giovinetta,_e_volentieri_(IEI)
Non costume real, non leggiadria, Non giovanetta età, non melodia, Non angelico aspetto nè bellezza Potè tirar dalla sovrana altezza II Re del cielo in questa vita ria, Ad incarnare in te, dolce Maria,
Non treccia d'oro, non d'occhi vaghezza
Giovanni Boccaccio
https://it.wikisource.org/wiki/Non_treccia_d%27oro,_non_d%27occhi_vaghezza_(Lucas)
Non_treccia_d%27oro,_non_d%27occhi_vaghezza_(Lucas)
O regina degli angioli, o Maria, Ch’adorni il ciel co’ tuo’ lieti sembianti, E stella in mar dirizzi i naviganti A porto e segno di diritta via; Per la gloria ove sei, vergine pia, Ti prego guardi a’ miei miseri pianti; Increscati di me; tômmi d’avanti
O regina degli angioli, o Maria
Giovanni Boccaccio
https://it.wikisource.org/wiki/O_regina_degli_angioli,_o_Maria_(IEI)
O_regina_degli_angioli,_o_Maria_(IEI)
Che quella candidissima man colse, Qual pioggia o qual puro aer produr volse Tanto più vaghi fior che far non suole? Qual rugiada, qual terra, ovver qual sole Tante vaghe bellezze in vol raccolse? Onde il soave odor natura tolse
Belle, fresche e purpuree viole
Lorenzo de' Medici
https://it.wikisource.org/wiki/Belle,_fresche_e_purpuree_viole_(Lucas)
Belle,_fresche_e_purpuree_viole_(Lucas)
Cerchi chi vuol le pompe e gli alti onori, le piazze, i templi e gli edifizi magni, le delizie e il tesor, quale accompagni mille duri pensier, mille dolori. Un verde praticel pien di be’ fiori, un rivo che l’erbetta intorno bagni, un augelletto che d’amor si lagni acqueta molto meglio i nostri ardori; l’ombrose selve, i sassi e gli alti monti, gli antri oscuri e le fere fuggitive, qualche leggiadra ninfa paurosa: quivi vegg’io con pensier vaghi e pronti le belle luci come fussin vive, qui me le toglie or una or altra cosa.
Cerchi chi vuol le pompe e gli alti onori
Lorenzo de' Medici
https://it.wikisource.org/wiki/Cerchi_chi_vuol_le_pompe_e_gli_alti_onori_(Simioni)
Cerchi_chi_vuol_le_pompe_e_gli_alti_onori_(Simioni)
Esca da questo ballo; Chè saria fallo a stare in sì bel lato. Se alcuno è qui che non conosca amore, Parta di questo loco; Perch’esser non potria mai gentil core Chi non sente quel foco. Se alcun ne sente poco, Sì le sue fiamme accenda
Chi non è innamorato
Lorenzo de' Medici
https://it.wikisource.org/wiki/Chi_non_%C3%A8_innamorato_(Lucas)
Chi_non_%C3%A8_innamorato_(Lucas)
Dove, pensier miei dolci, mi lasciate? Sì ben la scorta a piè già stanchi fate Al dolce albergo ove il mio ben dimora? Qui non Zeffiro, qui non balla Flora, Nè son le piagge d’erbe e fiori ornate: Silenzi, ombre, terror, venti e brinate,
Dolci pensier, non vi partite ancora
Lorenzo de' Medici
https://it.wikisource.org/wiki/Dolci_pensier,_non_vi_partite_ancora_(Lucas)
Dolci_pensier,_non_vi_partite_ancora_(Lucas)
Lungo tempo del mio core. Ringraziato sia tu, Amore; Ch’io l’ho pure al fin trovato. Egli è forse in questo ballo Ch’il mio cor furato avía: Hallo seco, e sempre arallo,
Donne belle, i' ho cercato
Lorenzo de' Medici
https://it.wikisource.org/wiki/Donne_belle,_i%27_ho_cercato_(Lucas)
Donne_belle,_i%27_ho_cercato_(Lucas)
Lascia il tuo regno delicato e bello, Ciprigna dea; e vien sopra il ruscello Che bagna la minuta e verde erbetta. Vieni a quest’ombra ed alla dolce auretta Che fa mormoreggiar ogni arbuscello, A’ canti dolci d’amoroso augello;
Lascia l'isola tua tanto diletta
Lorenzo de' Medici
https://it.wikisource.org/wiki/Lascia_l%27isola_tua_tanto_diletta_(Lucas)
Lascia_l%27isola_tua_tanto_diletta_(Lucas)
O bella violetta, tu sei nata ove giá ’l primo mio bel disio nacque: lacrime triste e belle furon l’acque che t’han nutrita e piú volte bagnata. Pietate in quella terra fortunata nutrí il disio, ove il bel cesto giacque: la bella man ti colse, e poi li piacque di far la mia di sí bel don beata. E mi pare ad ognor fuggir ti voglia a quella bella mano; onde ti tegno al nudo petto dolcemente stretta; al nudo petto, ché desire e doglia tiene loco del cor, che ’l petto ha a sdegno, e stassi onde tu vieni, o violetta.
O bella violetta, tu sei nata
Lorenzo de' Medici
https://it.wikisource.org/wiki/O_bella_violetta,_tu_sei_nata_(Simioni)
O_bella_violetta,_tu_sei_nata_(Simioni)
O mano mia suavissima e decora, mia, perché Amor, quel giorno ch’ebbe a sdegno mia libertá, mi dette te per pegno delle promesse che mi fece allora; dolcissima mia man, con quale indora Amor li strali onde cresce il suo regno: con questa tira l’arco, a cui è segno ciaschedun cor gentil che s’innamora.
O mano mia suavissima e decora
Lorenzo de' Medici
https://it.wikisource.org/wiki/O_mano_mia_suavissima_e_decora_(Simioni)
O_mano_mia_suavissima_e_decora_(Simioni)
O sonno placidissimo, omai vieni all’affannato cor che ti disia: serra il perenne fonte a’ pianti mia, o dolce oblivion, che tanto peni. Vieni, unica quiete, quale affreni sola il corso al desire, e in compagnia mena la donna mia benigna e pia cogli occhi di pietá dolci e sereni. Mostrami il lieto viso, ove giá fêrno le Grazie la lor sede, e il disio queti un pio sembiante, una parola accorta. Se cosí me la mostri, o sia eterno il nostro sonno, o questi sonni lieti, lasso, non passin per l’eburnea porta.
O sonno placidissimo, omai vieni
Lorenzo de' Medici
https://it.wikisource.org/wiki/O_sonno_placidissimo,_omai_vieni_(Simioni)
O_sonno_placidissimo,_omai_vieni_(Simioni)
Quanto fallace ciaschedun disegno, Quanto sia il mondo d’ignoranza pregno, La maestra del tutto, Morte, il mostra. Altri si vive in canti e ’n balli e ’n giostra; Altri a cosa gentil muove l’ingegno; Altri il mondo ha e le sue cose a sdegno;
Quanto sia vana ogni speranza nostra
Lorenzo de' Medici
https://it.wikisource.org/wiki/Quanto_sia_vana_ogni_speranza_nostra_(Lucas)
Quanto_sia_vana_ogni_speranza_nostra_(Lucas)
Vidi madonna sopra un fresco rio fra verdi fronde e liete donne starsi, tal che dalla prima ora in qua ch’io arsi, mai vidi il viso suo piú bello e pio. Questo contentò in parte il mio disio, e all’alma die’ cagion di consolarsi; ma poi partendo il cor vidi restarsi: crebbon vie piú i pensieri e ’l dolor mio. Ché giá il sole inclinava all’occidente, e lasciava la terra ombrosa e oscura, onde il mio Sol s’ascose in altra parte. Fe’ il primo ben piú trista assai la mente. Ah quanto poco al mondo ogni ben dura! Ma il rimembrar sí tosto non si parte.
Vidi madonna sopra un fresco rio
Lorenzo de' Medici
https://it.wikisource.org/wiki/Vidi_madonna_sopra_un_fresco_rio_(Laterza)
Vidi_madonna_sopra_un_fresco_rio_(Laterza)
E ’l gonfalon selvaggio! Ben venga primavera Che vuol l’uom s’innamori, E voi, donzelle, a schiera Con li vostri amadori, Che di rose e di fiori Vi fate belle il maggio. Venite alla frescura
Ben venga maggio
Angelo Poliziano
https://it.wikisource.org/wiki/Ben_venga_maggio_(Lucas)
Ben_venga_maggio_(Lucas)
Di mezzo maggio in un verde giardino. Eran d’intorno vïolette e gigli Fra l’erba verde, e vaghi fior novelli, Azzurri, gialli, candidi e vermigli: Ond’io porsi la mano a côr di quelli Per adornar i mie’ biondi capelli E cinger di grillanda il vago crino. I’ mi trovai, fanciulle . . .
I' mi trovai, fanciulle, un bel mattino
Angelo Poliziano
https://it.wikisource.org/wiki/I%27_mi_trovai,_fanciulle,_un_bel_mattino_(Lucas)
I%27_mi_trovai,_fanciulle,_un_bel_mattino_(Lucas)
Morendo, senza te, Fratel, lasciato, Perchè il mio dianzi chiaro e lieto stato Ora si volge in tenebre e martire? Gran giustizia era, e mio summo desire, Da me lo strale avesse incominciato, E come al venir qui son primo stato,
Adunque m'hai tu pure in sul fiorire
Pietro Bembo
https://it.wikisource.org/wiki/Adunque_m%27hai_tu_pure_in_sul_fiorire
Adunque_m%27hai_tu_pure_in_sul_fiorire
O pria sì cara al ciel del mondo parte, Che l'acqua cigne, e ’l sasso orrido serra; O lieta sopra ogn'altra e dolce terra, Che ’l superbo Appennin segna e diparte: Che val omai, se ’l buon popol di Marte Ti lasciò del mar donna e de la terra? Le genti a te già serve, or ti fan guerra, E pongon man ne le tue treccie sparte. Lasso nè manca de’ tuoi figli ancora,
O pria sì cara al ciel del mondo parte
Pietro Bembo
https://it.wikisource.org/wiki/O_pria_s%C3%AC_cara_al_ciel_del_mondo_parte
O_pria_s%C3%AC_cara_al_ciel_del_mondo_parte
Che la mia lingua parle De la sola beltà del mio bel sole: Questo a me non dispiace, Pur che tu voglia darle A tant’alto soggetto alte parole, Che accompagnate o sole Possano andar volando Per bocca de le genti:
Amor, da che ti piace
Ludovico Ariosto
https://it.wikisource.org/wiki/Amor,_da_che_ti_piace
Amor,_da_che_ti_piace
Signor benigno, i miei non caldi preghi, Se gridando la lingua che mi sleghi, Tu vedi quanto il cor nel laccio goda? Tu ch’il vero cognosci, me ne snoda, E non mirar ch’ogni mio senso il nieghi: Ma prima il fa che di me carco pieghi
Come creder debb'io che tu in ciel oda
Ludovico Ariosto
https://it.wikisource.org/wiki/Come_creder_debb%27io_che_tu_in_ciel_oda_(Lucas)
Come_creder_debb%27io_che_tu_in_ciel_oda_(Lucas)
Dal monte altier che forse per disdegno Ti mira sì, qua giù ponesti i muri; Come del meglio di Toscana hai regno, Così del tutto avessi! che ’l tuo merto
Gentil città, che con felici auguri
Ludovico Ariosto
https://it.wikisource.org/wiki/Gentil_citt%C3%A0,_che_con_felici_auguri_(Lucas)
Gentil_citt%C3%A0,_che_con_felici_auguri_(Lucas)
Ch’io non veggio di voi cosa più bella; Miri la fronte, o l’una o l’altra stella Che mi scorgon la via con lume santo; Miri la bocca, a cui sola do vanto, Che dolce ha ’l riso, e dolce ha la favella; E l’aureo crine, ond’Amor fece quella
Madonna, siete bella, e bella tanto
Ludovico Ariosto
https://it.wikisource.org/wiki/Madonna,_siete_bella,_e_bella_tanto_(Lucas)
Madonna,_siete_bella,_e_bella_tanto_(Lucas)
E mangiar carbonata senza bere, Essere stracco e non poter sedere, Avere il fuoco presso e il vin discosto; Riscuotere a bell’agio e pagar tosto,
Cancheri e beccafichi magri arrosto
Francesco Berni
https://it.wikisource.org/wiki/Cancheri_e_beccafichi_magri_arrosto
Cancheri_e_beccafichi_magri_arrosto
Il Papa non fa altro che dormire: Quest’è quel che si dice e si può dire A chi del Papa viene a dimandare. Ha buon occhio, buon viso, buon parlare, Bella lingua, buon sputo, buon tossire; Questi son segni ch’e’ non vuol morire; Ma e’ medici lo vogliono ammazzare.
Il Papa non fa altro che mangiare
Francesco Berni
https://it.wikisource.org/wiki/Il_Papa_non_fa_altro_che_mangiare
Il_Papa_non_fa_altro_che_mangiare
Nè la corte può star senza ser Cecco; E ser Cecco ha bisogno della corte, E la corte ha bisogno di ser Cecco. Chi vuol saper che cosa sia ser Cecco Pensi e contempli che cos’è la corte: Questo ser Cecco simiglia la corte, E questa corte simiglia ser Cecco. E tanto tempo viverà la corte
Ser Cecco non può star senza la corte
Francesco Berni
https://it.wikisource.org/wiki/Ser_Cecco_non_pu%C3%B2_star_senza_la_corte
Ser_Cecco_non_pu%C3%B2_star_senza_la_corte
Lassa! con quanto amor Dio n’ha creati, Con che pena riscossi, e come ingrati Semo a così benigna alta mercede: E come ei ne sostien; come concede Con larga mano i suoi ricchi e pregiati Tesori; e come figli in lui rinati
Deh! potess'io veder per viva fede
Vittoria Colonna
https://it.wikisource.org/wiki/Deh!_potess%27io_veder_per_viva_fede_(Lucas)
Deh!_potess%27io_veder_per_viva_fede_(Lucas)
Nodriva in me quel Sol che d’ogn’intorno Sgombrò le nubi, e fe’ qui chiaro il giorno, Ch’or tenebroso scorgo ovunque io miri! Soave il lagrimar, grati i sospiri Mi rese in questo sue breve soggiorno; Chè al parlar saggio ed allo sguardo adorno
Quanti dolci pensieri, alti disiri
Vittoria Colonna
https://it.wikisource.org/wiki/Quanti_dolci_pensieri,_alti_disiri_(Lucas)
Quanti_dolci_pensieri,_alti_disiri_(Lucas)
Che visto ebbe l’inferno giusto e ’l pio, Ritornò vivo a contemplare Dio, Per dar di tutto il vero lume a noi: Lucente stella, che co’ raggi suoi Fe’ chiaro, a torto, el nido ove nacqu’ io; Nè sare’ ’l premio tutto ’l mondo rio:
Dal ciel discese, e col mortal suo, poi
Michelangelo Buonarroti
https://it.wikisource.org/wiki/Dal_ciel_discese,_e_col_mortal_suo,_poi_(Lucas)
Dal_ciel_discese,_e_col_mortal_suo,_poi_(Lucas)
Ch’un marmo solo in sè non circonscriva Col suo soverchio, e solo a quello arriva La man che obbedisce all’intelletto. Il mal ch’io fuggo, e ’l ben ch’io mi prometto, In te, donna leggiadra, altera e diva, Tal si nasconde; e perch’io più non viva
Non ha l'ottimo artista alcun concetto
Michelangelo Buonarroti
https://it.wikisource.org/wiki/Non_ha_l%27ottimo_artista_alcun_concetto_(Lucas)
Non_ha_l%27ottimo_artista_alcun_concetto_(Lucas)
Che troppo agli orbi il suo splendor s’accese Biasmar si può più ’l popol che l’offese, C’al suo men pregio ogni maggior salire. Questo discese a’ merti del fallire. Per l’util nostro, e poi a Dio ascese: E le porte che ’l ciel non gli contese,
Quanto dirne si de' non si può dire
Michelangelo Buonarroti
https://it.wikisource.org/wiki/Quanto_dirne_si_de%27_non_si_pu%C3%B2_dire_(Lucas)
Quanto_dirne_si_de%27_non_si_pu%C3%B2_dire_(Lucas)
Belle rose porporine, Che tra spine Sull’Aurora non aprite; Ma ministre degli Amori Bei tesori Di bei denti custodite: Dite, rose prezïose, Amorose; Dite, ond’è, che s’io m’affiso
Belle rose porporine
Gabriello Chiabrera
https://it.wikisource.org/wiki/Belle_rose_porporine_(1834)
Belle_rose_porporine_(1834)
orte, senti il nocchiero, Che a far cammin n’appella: Mira la navicella, Che par chieda sentiero: Un aleggiar leggiero Di remi, in mare usati A far spume d’argento, N’adduce in un momento A’ porti desïati.
Corte, senti il nocchiero
Gabriello Chiabrera
https://it.wikisource.org/wiki/Corte,_senti_il_nocchiero_(1834)
Corte,_senti_il_nocchiero_(1834)
nclite muse, che nel ciel cantate I veri pregi de’ beati spirti, Voi con la forza de le note eterne E tranquillate e serenate i cuori E versate ne l’alme almi diletti: Da voi, lunge da voi fugge l’affanno, Da voi la noia, e se ne vanno in bando Pure al vostro apparir doglie, e sospiri; Però fervidamente i preghi invio, Ch’or siate meco, onde cantando io vaglia Alcuna volta raddolcir la mente, E dilettare il cor d’alta Reina; Ella crebbe di Senna in su la riva, E fece que’ bei Regni un tempo altieri Con sua dimora, or co’ begli occhi a l’Arno
La Disfida di Golia
Gabriello Chiabrera
https://it.wikisource.org/wiki/La_Disfida_di_Golia_(1797)
La_Disfida_di_Golia_(1797)
Melpomene di fior sparsa le gote, E di neve il bel seno, Su l’Argivo terreno Già si fe gioco di volubil rote, E per lo campo Eleo forti cursori Già travagliaro il piede, E corona si diede Allo studio gentil de’ lor sudori; Certo a ragion, perche virtù s’avanza
Melpomene, di fior sparsa le gote
Gabriello Chiabrera
https://it.wikisource.org/wiki/Melpomene,_di_fior_sparsa_le_gote_(1674)
Melpomene,_di_fior_sparsa_le_gote_(1674)
Quando a’ suoi gioghi Italia alma traea Barbare torme di pallor dipinte, E regie braccia di gran ferri avvinte Scorgeasi a piè la trïonfal Tarpea: Non pendean pompa dell’Idalia Dea, Sul fianco de’ guerrier le spade cinte, Ma d’atro sangue ribagnate e tinte
Quando a' suoi gioghi Italia alma traea
Gabriello Chiabrera
https://it.wikisource.org/wiki/Quando_a%27_suoi_gioghi_Italia_alma_traea_(1834)
Quando_a%27_suoi_gioghi_Italia_alma_traea_(1834)
Quando il pensiero umano Misura sua possanza Caduca e frale, ei sbigottisce e teme; Ma se di Dio la mano, Che ogni potere avanza, Ei prende a riguardar, cresce la speme. Ira di mar che freme Per atroce tempesta, Ferro orgoglioso che le squadre ancida,
Quando il pensiero umano
Gabriello Chiabrera
https://it.wikisource.org/wiki/Quando_il_pensiero_umano_(1834)
Quando_il_pensiero_umano_(1834)
oco spazio di terra Lascian omai l’ambizïose moli A le rustiche marre a i curvi aratri Quasi che mover guerra Del ciel si voglia agli stellanti poli S’ergono mausolei s’alzan teatri, E si locan sotterra Fin su le soglie delle morte genti De le macchine eccelse i fondamenti.
Poco spazio di terra
Fulvio Testi
https://it.wikisource.org/wiki/Poco_spazio_di_terra_(1834)
Poco_spazio_di_terra_(1834)
Mentre favole e sogni orno e disegno, In lor, folle ch’io son! prendo tal parte, Che del mal che inventai piango e mi sdegno. Ma forse, allor che non m’inganna l’arte, Più saggio io sono? È l’agitato ingegno Forse allor più tranquillo, o forse parte
Sogni e favole io fingo, e pure in carte
Pietro Metastasio
https://it.wikisource.org/wiki/Sogni_e_favole_io_fingo,_e_pure_in_carte_(Lucas)
Sogni_e_favole_io_fingo,_e_pure_in_carte_(Lucas)
I bei carmi divini onde i sospiri In tanto grido si levâr d’Aminta, Sí che parve minor della zampogna L’epica tromba, e al paragon geloso Dei primi onori dubitò Goffredo, Non è, donna immortal, senza consiglio Che al tuo nome li sacro, e della tua Per senno e per beltate inchta figlia L’orecchio e il core a lusingar li reco,
Alla marchesa Anna Malaspina della Bastia
Vincenzo Monti
https://it.wikisource.org/wiki/Alla_marchesa_Anna_Malaspina_della_Bastia_(1891)
Alla_marchesa_Anna_Malaspina_della_Bastia_(1891)
el pensiero di Dio candida figlia, Prima d’Amor germana, e di Natura Amabile compagna e maraviglia. Madre di dolci affetti, e dolce cura Dell’uom, che varca pellegrino errante
La Bellezza dell'Universo
Vincenzo Monti
https://it.wikisource.org/wiki/La_Bellezza_dell%27Universo_(1797)
La_Bellezza_dell%27Universo_(1797)
Bella Italia, amate sponde, Pur vi torno a riveder! Trema in petto e si confonde L’alma oppressa dal piacer. Tua bellezza, che di pianti Fonte amara ognor ti fu, Di stranieri e crudi amanti
Per la liberazione d'Italia
Vincenzo Monti
https://it.wikisource.org/wiki/Per_la_liberazione_d%27Italia_(1891)
Per_la_liberazione_d%27Italia_(1891)
Io de’ forti Cecropidi Nell’inclita famiglia D’Atene un dí non ultimo Splendor e maraviglia, A riveder io Pericle Ritorno il ciel latino, Trïonfator de’ barbari,
Prosopopea di Pericle
Vincenzo Monti
https://it.wikisource.org/wiki/Prosopopea_di_Pericle_(1891)
Prosopopea_di_Pericle_(1891)
ll’ombra de’ cipressi e dentro l’urne Confortate di pianto è forse il sonno Della morte men duro? Ove più il Sole Per me alla terra non fecondi questa Bella d’erbe famiglia e d’animali, E quando vaghe di lusinghe innanzi A me non danzeran l’ore future, Nè da te, dolce amico, udrò più il verso E la mesta armonia che lo governa,
Dei Sepolcri
Ugo Foscolo
https://it.wikisource.org/wiki/Dei_Sepolcri_(1835)
Dei_Sepolcri_(1835)
tu credesti che la vista sola Di tua casta bellezza innamorarmi Potente non saria, che anco del suono Di tua dolce parola il cor mi tenti, Vergine Dea? Col tuo secondo Duca Te vidi io prima, e de le sacre danze O dimentica o schiva; e pur sì franco, Sì numeroso il portamento e tanto Di rosea luce ti fioriva il volto,
A Parteneide
Alessandro Manzoni
https://it.wikisource.org/wiki/A_Parteneide_(1881)
A_Parteneide_(1881)
VERSI e mai più che d’Euterpe il furor santo, E d’Erato il sospiro, o dolce madre, L’amaro ghigno di Talìa mi piacque, Non è consiglio di maligno petto. Nè del mio secol sozzo io già vorrei Rimescolar la fetida belletta, Se un raggio in terra di virtù vedessi, Cui sacrar la mia rima. A te sovente Così diss’io: ma poi che sospirando,
In morte di Carlo Imbonati
Alessandro Manzoni
https://it.wikisource.org/wiki/In_morte_di_Carlo_Imbonati_(1881)
In_morte_di_Carlo_Imbonati_(1881)
Soffermati sull’arida sponda, Volti i sguardi al varcato Ticino, Tutti assorti nel novo destino, Certi in cor dell’antica virtù, Han giurato: Non fia che quest’onda Scorra più fra due rive straniere; Non fia loco ove sorgan barriere Tra l’Italia e l’Italia, mai più! L’han giurato: altri forti a quel giuro Rispondean da fraterne contrade, Affilando nell’ombra le spade Che or levate scintillano al sol. Già le destre hanno strette le destre; Già le sacre parole son porte: O compagni sul letto di morte, O fratelli su libero suol. Chi potrà della gemina Dora, Della Bormida al Tanaro sposa, Del Ticino e dell’Orba selvosa Scerner l’onde confuse nel Po; Chi stornargli del rapido Mella E dell’Oglio le miste correnti, Chi ritoglierli i mille torrenti Che la foce dell’Adda versò,
Marzo 1821
Alessandro Manzoni
https://it.wikisource.org/wiki/Marzo_1821_(1861)
Marzo_1821_(1861)
apel bruno, alta fronte, occhio loquace, Naso non grande e non soverchio umìle, Tonda la gota e di color vivace, Stretto labbro e vermiglio, e bocca esìle; Lingua or spedita, or tarda, e non mai vile, Che il ver favella apertamente, o tace; Giovin d’anni e di senno, non audace,
Ritratto di se stesso
Alessandro Manzoni
https://it.wikisource.org/wiki/Ritratto_di_se_stesso_(1881)
Ritratto_di_se_stesso_(1881)
5 dicembre 2015 100% Da definire [p. Frontespizio ] SCIPIO SLATAPER IL MIO CARSO pubblicato dalla libreria della voce. firenze 1912
Il mio Carso
Scipio Slataper
https://it.wikisource.org/wiki/Il_mio_Carso_(1912)
Il_mio_Carso_(1912)

Dataset Card for "Italiam Poems & Literature"

Dataset Description

Dataset Summary

"Italiam Poems & Literature" is a comprehensive collection of Italian literary texts, primarily focused on poetry, scraped from it.wikisource.org. The dataset aims to provide a rich resource for natural language processing tasks, literary analysis, and educational purposes within the Italian language domain. It includes works from a wide range of renowned Italian poets and authors, spanning various historical periods from the Middle Ages to the 20th century.

Each entry in the dataset represents a specific version of a literary work and includes the full text, title of the work/version, author's name, the direct URL to the Wikisource page, and the original Wikisource page name (filename).

Supported Tasks and Leaderboards

This dataset can be used for various NLP tasks, including but not limited to:

  • Language Modeling: Training language models specific to Italian literary style.
  • Text Generation: Generating poetic or literary text in Italian.
  • Authorship Attribution: Identifying the author of a given text snippet.
  • Literary Style Analysis: Studying linguistic features and evolution of Italian literature.
  • Named Entity Recognition (NER): Identifying characters, places, and other entities in literary texts.
  • Sentiment Analysis/Emotion Recognition: Analyzing the emotional tone of poems and literary passages.
  • Educational Tools: Creating resources for learning Italian literature and language.

Currently, there are no official leaderboards associated with this dataset.

Languages

The text in the dataset is exclusively in Italian (it).

Dataset Structure

Data Instances

A typical data instance (row) in the dataset looks like this:

{
  "text": "Nel mezzo del cammin di nostra vita\nmi ritrovai per una selva oscura,\nché la diritta via era smarrita.\n\nAhi quanto a dir qual era è cosa dura\esta selva selvaggia e aspra e forte\nche nel pensier rinova la paura!\n...",
  "title": "La Divina Commedia (edizione critica di Giorgio Petrocchi)/Inferno/Canto I",
  "author": "Dante Alighieri",
  "source_url": "https://it.wikisource.org/wiki/La_Divina_Commedia_(edizione_critica_di_Giorgio_Petrocchi)/Inferno/Canto_I",
  "original_filename": "La_Divina_Commedia_(edizione_critica_di_Giorgio_Petrocchi)/Inferno/Canto_I"
}

[More Information needed](https://github.com/huggingface/datasets/blob/main/CONTRIBUTING.md#how-to-contribute-to-the-dataset-cards)
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