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e Antoni non aveva voglia di cantare, col cappuccio sul naso, e gli toccava vuotare dallacqua la Provvidenza che non si finiva più
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- Questo qui ha più giudizio del grande! - diceva la cugina Anna.
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- Ma ancora cè tempo. - Sì, - affermò Alessi;
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so che non ve le devo io.
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o lo zio Crocifisso, che ci aveva la sua roba di qua e di là
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- Se ci date la casa colle buone, - gli diceva Piedipapera, - vi lasceremo la Provvidenza
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Vanni Pizzuto tornò a prendere pel naso don Michele.
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come se ci fosse il morto, tanto che la cugina Anna dovette chiuder luscio sul mostaccio a tutti.
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Quelle povere Malavoglia erano arrivate al punto che andavano per le bocche di tutti
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- Bella o no, non labbiamo fatta noi così comè, - conchiudeva il nonno.
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e adesso correva a cercare padron Antoni, e gli altri disgraziati al pari di lui.
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- Egli scuoteva il capo tristamente, e rispondeva:
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e se non vogliono il dazio della pece, don Silvestro ci penserà lui a trovare qualche altra cosa.
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- A Ognissanti mio fratello entra garzone da massaro Filippo, e il minore prenderà il suo posto da padron Cipolla.
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Piedipapera non li ha mai visti cogli occhi cinquecento lire!
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Più tardi, se tornava Antoni e spirava un po di fortuna in poppa, come quando avevano messo insieme quei denari della casa
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e si doveva metter mano a quei soldi raccolti con tanta fatica per la casa del nespolo.
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col pretesto dandare a pescare, e arraffavano la biancheria messa ad asciugare, se capitava.
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Ora dice che metteranno il dazio sulla pece.
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Dopo che io sarò sottoterra, e quel povero vecchio sarà morto anche lui, e Alessi potrà buscarsi il pane, allora vattene dove vuoi.
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- Se lo dicono tutti che abbiamo perso!
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e diceva che Finché ci sarebbero stati i preti era sempre la stessa cosa
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- Se mai, aspetta don Michele!
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e poi quando abbiamo messo assieme un po di soldi, viene il diavolo e se li mangia.
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Massaro Filippo mha detto dieci volte che è tempo di finirla
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Lo zio Crocifisso adesso prendeva anche lui la parte dei Malavoglia.
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- Lo so perché ce lha con me;
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- Questa è stata la volontà di Dio! - andava dicendo picchiandosi il petto;
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- Che se la pigli anche il diavolo! - esclamò alfine lo zio Crocifisso stordito dalle chiacchiere di compare Tino.
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quel dopopranzo si divertirono a prendersi a pugni con compare Pizzuto, il quale non aveva paura nemmeno di Dio
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Padron Cipolla era accorso anche lui a vedere cosera quella folla.
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- Voi potreste fargli un gran servigio a don Michele, col levargli davanti Antoni Malavoglia, - tornò a dire Pizzuto a compare Tino
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Allora tornò a chinare il capo sul petto, e a pensare a tutta la sua storia.
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- Facciamo come le formiche, - diceva padron Antoni;
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Ma ei non pensava ad altro se non che Maruzza era morta fuori della sua casa, e cotesto non gli poteva uscir di mente.
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Chi ce lavrebbe detto, eh?
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comè vero Dio! ché quello era un credito sacrosanto come lostia consacrata
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Però don Silvestro si faceva vedere a braccetto con don Michele
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Ella se lo teneva abbracciato, colla testa sul petto, quasi il suo ragazzo volesse scapparle subito;
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e ti terrai sotto le ali tua sorella, come fa la chioccia coi suoi pulcini.
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Poi si levava di là frettoloso, e se ne andava allosteria a smaltire luggia
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perché lui non aveva suggezione della moglie dello speziale.
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Piedipapera era venuto due o tre volte, ad ora tarda, a chieder di lui, colla faccia bianca e gli occhi stravolti
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- Poi lo sanno che se vengono a toccarmi il naso ne faccio tonnina!
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era lì nella spezieria a fare la repubblica collo speziale.
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- Nemmeno mio padre non ci è morto.
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quando avrebbe raccolto un po di denari, ed Alfio gli rispose che faceva bene
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Vedete don Michele, che va nella strada del Nero, per far locchietto con donna Rosolina;
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o il fagotto della tela è troppo pesante per lei, laiuto anchio, poveretta, - disse Alessi.
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- Che facciamo? - tornò a dire il figlio della Locca.
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- Partirete prima di giorno, compar Alfio?
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- Dio lo sa, questanno quelle quattro noci son tutte fradicie.
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Capitulo Secondo.
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- allora dovevi fare il segretario, come don Silvestro.
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Allora si misero a questionare, perché padron Antoni sosteneva che lo zio Crocifisso alla fin fine era cristiano
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Nel calore della disputa don Giammaria aveva perso il battuto, sul quale avrebbe attraversato la piazza anche ad occhi chiusi
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dei minchioni che oggi dicono bianco e domani nero, e lultimo che parla ha ragione lui.
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- Non ha niente da fare, e ogni giorno ha i suoi quattro tarì di soldo.
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ma voglio esser pagato sino allultimo centesimo, e non darò più retta a nessuno per accordare dilazione.
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- Dice che vogliono ammazzarli tutti, Gesummaria! Il nonno ha raccomandato di tenere la porta chiusa, e non aprire se non tornan loro.
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Lo so io cosa va a fare nella strada del Nero!
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- Così se nè andato mio padre, - disse infine la Nunziata, la quale era rimasta sulla porta.
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Raccontavano che si era combattuta una gran battaglia di mare
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e si guardasse bene dal dir male dei Zuppiddi e di quel che facevano, che lui non ci aveva nulla a vedere.
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- Maledetta la mia sorte! - cominciò a gridare Antoni strappandosi i capelli e pestando i piedi.
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Perciò si doveva aiutarsi colle mani e coi piedi per mandare avanti quella barca della casa del nespolo.
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- Son venuto a riprenderle dalla paranza, - disse, - e bisogna rivedere le maglie giacché domani armeremo la Provvidenza.
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- Questa lha vinta comare Venera contro don Silvestro;
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Per questo aveva lasciata a casa sua figlia Barbara.
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Si sapeva poi che era in rotta colla Betta di mastro Croce, perché il sindaco voleva farlo lei
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- Cercano il marito per farsi mantenere da lui! - aggiunse Antoni.
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diceva pure Quando la luna è rossa fa vento, quando è chiara vuol dire sereno; quando è pallida, pioverà.
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- Ve lavevo detto io! - aggiunse compare Alfio.
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e non poteva andare dal giudice, perché le venticinque onze donna Rosolina le aveva rubate a suo fratello il vicario
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ed ella stessa era salita sulla scala per aiutare sua madre ad appendere le ghirlande alluscio e alle finestre.
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perché guardava tutti in viso ad uno ad uno, con certi occhi che facevano male a vedere;
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Ognuno raccontava i suoi guai, anche per conforto dei Malavoglia, che non erano poi i soli ad averne.
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La Longa la portarono a casa su di un carro, e fu malata per alcuni giorni.
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- Io se fossi in voi, gli darei Alfio Mosca, che è un buon ragazzo, onesto e laborioso;
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Non vi offendete, compare Antoni. Il pesce puzza dalla testa.
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- Son là, alla spezieria, che sembra ci sia quello dei numeri del lotto.
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- Vanno in carrozza tutto il giorno! - e se vedeva passare qualche povera donnicciuola, che tornava dalla città
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e ai tuoi fratelli non ci pensi?
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Dopo ci penserà Dio.
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- E le diceva pure: - Gli avventori se ne vanno perché egli ti sta sempre alla gonnella
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- Per questo se ne vendono tante.
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Antoni finalmente lo trovò tastoni e gli parve che fosse morto, perché non fiatava e non si moveva affatto.
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Tutta impostura per minchionare padron Fortunato, il quale va gridando che vuole pigliarsi piuttosto una di mezzo alla strada
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e guardava come unanima del Purgatorio quei due che pareva si azzuffassero, per cercare di indovinare se lo zio Crocifisso diceva di sì.
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La domenica andò sulla piazza a parlarne a Piedipapera, dopo la messa.
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- Già! - sentenziava don Franco colla barba in aria
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Si tratta appunto di Antoni, ed è affare di premura.
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giorno e notte, non arriverebbe mai, e cera pure della gente che andava pel mondo a quellora
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- Niente, - rispose lavvocato; - non cè da far niente;
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La Vespa, tutta in fronzoli, e con tanto di rosario in mano, andava a pregare il Signore di liberarla di quel castigo di Dio di suo marito;
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e si mise a predicare che era unaltra bricconata di don Silvestro, il quale voleva rovinare il paese
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Anche il mio asino va dove lo faccio andare.
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Basta lasciare al quadro le sue tinte schiette e tranquille, e il suo disegno semplice.
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sotto il lavatoio, accanto alla Concetta dello zio Cola, e alla paranza di padron Fortunato Cipolla.
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- No! no! non partirò se non volete voi! Guardate! Non mi dite così, non mi dite! Bene
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